Roma,
28 Maggio 2004
Nel corso della
mattinata odierna si è svolta una riunione straordinaria
presso gli uffici dell’Assessorato all’urbanistica
del Comune di Roma che trae origine dai recenti sviluppi del
Piano delle Certezze e più precisamente dal dettato
della Delibera di Giunta del 20 aprile 2004. Martedì
20 aprile la Giunta Comunale del Comune di Roma, infatti,
ha definito gli ultimi criteri necessari per completare le
proposte di recupero delle zone periferiche, individuate dalla
Variante del Piano delle Certezze e confermate come zone da
recuperare nel Nuovo Piano Regolatore Generale. In pratica
stiamo parlando di 71 toponimi per i quali la delibera di
Giunta ha definito i perimetri urbanistici e le norme per
il recupero. Un passo avanti, evidentemente, che fa ancora
ben sperare per le sorti del nostro piccolo Quartiere che
sta lottando anima e corpo, ormai da più di trent’anni
per ottenere quel livello di dignità sociale che in
pieno terzo millennio dovrebbe essere invero il minimo comun
denominatore. L’operazione, che è un’operazione
complessa ed importante, interessa veri e propri Quartieri
della capitale che nel corso degli anni sono sorti spontaneamente
ed oggi ospitano complessivamente circa 20.000 famiglie per
80.000 cittadini. Alla base di tutto questo percorso una scommessa
difficile da vincere, ma affascinante in tutti i suoi risvolti:
la possibilità di individuare in un impianto normativo
rigido quegli elementi di novità, e quindi di flessibilità,
che possano rendere più rapido e più diretto
l’intervento di recupero delle periferie. Lo stesso
Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Roberto
Morassut, alla vigilia dell’adozione del Nuovo Piano
Regolatore Generale, dichiarava di essere “pronto a
una sfida sociale molto importante verso territori che non
possono più aspettare una stasi del sistema legislativo,
un arroccamento delle èlite politiche. La questione
è quella di rompere progressivamente gli attuali meccanismi.
Il nuovo Piano cerca di predisporre le basi per quella città
policentrica, che è stata un po’ il cuore della
campagna elettorale del Sindaco Veltroni”. Noi, come
immagino tutti coloro che si sono impegnati in questo percorso,
alimentati dalla speranza di ottenere finalmente un riconoscimento
tanto rincorso e mai raggiunto, siamo ancora qui, pronti a
non mancare all’appuntamento con un nuovo futuro, pronti
a rimboccare le maniche e a partecipare per essere protagonisti
di un evento che una volta realizzato avrà dimostrato
acume politico e amministrativo, nonché una grande
sensibilità verso le dinamiche storiche e verso tutti
quegli elementi socio-economici che concorrono a determinare
il profilo cittadino. E solo così il nuovo Piano della
nostra capitale potrà fregiarsi della qualificazione
di “partecipato”. Ma dopo questa breve premessa
vorrei tornare ai contenuti della riunione odierna alla quale,
insieme allo scrivente, ha preso parte anche il Vice Presidente
Antonio Galli.
La riunione è servita per ripercorrere
ancora una volta le tappe fondamentali della recente storia
urbanistica del Quartiere e per inquadrare il nostro impegno
associativo all’interno della delibera comunale che
ha dato vita ai toponimi. Al riguardo, il rappresentante dell’Assessorato
all’Urbanistica ha tenuto ad evidenziare l’interesse
dell’Amministrazione comunale a trovare una soluzione
soddisfacente per tutti gli attori in gioco: per la soprintendenza,
rispetto alla esigenza di conservare lo stato dei luoghi valorizzando
nel contempo la presenza di importanti testimonianze archeologiche;
per i cittadini, rispetto all’interesse di tutelare
il frutto di trent’anni di sacrifici e la connessa Comunità
venutasi a creare.
La riunione si è svolta in un clima di assoluta serenità,
ulteriormente impreziosito da un’analisi priva di pregiudizi
di alcun tipo: è emerso così in maniera netta
e chiara un percorso possibile da seguire, tramite ovviamente
anche il coinvolgimento della Soprintendenza archeologica
che, a cura dello stesso Assessorato all’Urbanistica,
sarà di nuovo chiamata a sedere al tavolo tecnico per
definire i possibili indirizzi di programma.
Sia io che il Vice Presidente abbiamo vissuto
in maniera estremamente positiva la riunione durante la quale
si è avuta la netta sensazione che sia maturata una
reale volontà politica a prendere in esame e a trovare
una soluzione possibile per il nostro progetto. Evidentemente
non è un punto di arrivo: possiamo tranquillamente
dire che siamo ancora al punto di partenza di un gioco nel
quale però siamo inseriti a pieno titolo grazie anche
alla credibilità che ci siamo conquistati sul campo
in questi ormai quasi tre anni di lavoro. Non voglio tediarvi
raccontando tutti i passaggi tecnici dell’incontro:
vi trasmetto questa comunicazione per chiedervi ancora una
volta di essere uniti, compatti, solidali, forti nella condivisione
di un percorso che tanto più sarà possibile
quanto più saremo tutti insieme capaci di essere fortemente
rappresentativi delle nostre istanze. Nonostante qualche segnale
di disillusione, confido che siate tutti consapevoli che quello
che abbiamo realizzato in questi tre anni di lavoro, fosse
anche valutato solo in termini di visibilità e credibilità,
oggi più che mai ha bisogno di ulteriore sostegno.
Un sostegno che deve arrivare prima di tutto dallo stare uniti
intorno a me, a me che accettando il vostro mandato ho sposato
appieno l’onere di adottare qualunque strategia lecita
per arrivare all’obiettivo prefissato. Sono ancora convinto,
come lo sono sempre stato, che in questa maratona voi mi sarete
quotidianamente vicini, in un prezioso gioco di squadra dove
ognuno, in relazione al numero che porta sulla maglia, recita
un ruolo importante per il gruppo.
Il Presidente del Consorzio per il Recupero
Urbanistico
Enrico dr. ARAGONA |