In
data 11 marzo 2002, alle ore 16.00, presso la Sala Consiliare
dell’VIII^ Municipio, si è riunito il Consiglio
Municipale presieduto dal Presidente Giuseppe Celli per esprimere
un parere in ordine alla delibera predisposta per l’approvazione
del Progetto preliminare per il recupero urbanistico di Valle
Castiglione.
Non sarà facile raccontare esattamente
cosa è successo nell’aula consiliare del Municipio,
in relazione al fatto che è molto difficile raccontare
le emozioni: e vi assicuro, per chi non c’era, che di
emozioni se ne sono vissute molte e di una intensità
elevatissima. Per far si che il mio resoconto sia comunque
il più fedele possibile ai fatti accaduti, riprodurrò
interi passi della riunione (trascrivendoli dalla ripresa
video) lasciando a voi, il più delle volte, il compito
di commentare pensieri, parole e fatti dei rappresentanti
politici del nostro territorio.
Dopo l’appello, il Presidente del
Municipio VIII^, Giuseppe Celli, ha dichiarato aperti i lavori
del Consiglio. Il capogruppo dei DS (Democratici di Sinistra),
Consigliere Catracchia, ha chiesto subito la parola preannunciando
una dichiarazione a nome del gruppo da lui rappresentato:
“Si apre la necessità”, ha detto Catracchia,
“di una verifica di maggioranza: la richiediamo con
forza ….. gravi vicende di questi giorni che hanno spostato
l’asse della maggioranza ….. lasciano sconcertati
….. fin quando non ci sarà
una maggioranza certa nei numeri e nel rispetto della volontà
popolare chiedo di sospendere qualsiasi attività istituzionale,
Commissioni e Consigli; la Quercia locale non ha mai
votato contro la propria maggioranza o votato insieme con
l’opposizione o facendo mancare il numero legale, come
avvenuto con altri partners. Per noi questo è inaudito,
inaccettabile; fino ad un punto limite oltrepassato il quale,
e mi riferisco all’elezione di un componente di AN quale
Presidente della Commissione Servizi Sociali, c’è
il dissolvimento della maggioranza ed il voltare le spalle
al voto popolare. Per noi urge una verifica di maggioranza
e solo alla fine di questo percorso, solo dove c’è
l’accordo, si va e si producono atti in aula. Tutto
il resto è un trasformismo che non appartiene alla
nostra cultura. Il gruppo DS da mesi chiede una verifica ed
una sospensione delle attività istituzionali e tutto
questo stato di fibrillazione si poteva evitare. A
questo punto la crisi e la verifica diventano per il centro-sinistra
locale la madre di tutte le questioni. Con questa dichiarazione
invitiamo la maggioranza tutta a ritrovare l’unità
seguendo la nostra proposta di uscire dall’aula. Grazie.”.
Ritengo che ci sia poco da commentare,
di fronte ad un documento che testimonia un malessere radicato
all’interno della maggioranza che sta determinando una
incapacità ad assumere responsabilmente gli impegni
di governo locale dovuti ai cittadini di questo Municipio.
Dopo il Consigliere Catracchia, anche il capogruppo di Rifondazione
Comunista, Consigliere Pallone, ha chiesto al Presidente la
parola per una dichiarazione:
“Anche il gruppo di Rifondazione Comunista uscirà
dall’aula.. Condividiamo pienamente quanto espresso
dal capogruppo dei DS e riteniamo che era ora. Avevamo chiesto
più volte di aprire un dibattito interno alla maggioranza
….. questa cosa pare non sia stata possibile e si è
preferito arrivare a sancire in aula una crisi forte, profonda.
Non c’è capacità di sintesi di raggiungere
obiettivi comuni: l’ultimo fatto, l’opposizione
c’entra poco, deve fare il suo ruolo, deve svolgerlo
fino in fondo. Questo è un
problema tutto interno alla maggioranza: noi, che molte volte
ci sentiamo opposizione, scappiamo dall’importanza di
questo ruolo. E’ quindi piena responsabilità
della maggioranza, nel non saper affidare, dirigere e porre
orientamenti politici. Dobbiamo rispondere all'elettorato.
Se questo non è, questo non può continuare ad
essere un Consiglio, che è falsamente denominato di
centro-sinistra, ma che di fatto è tutt’altro.
E con questo anche Rifondazione Comunista decide di uscire
dall’aula e di aprire da questo momento un ragionamento
profondo che deve durare il tempo che deve durare. Però
non rientreremo in aula fino a quando non avremo chiarimenti.”.
A questo punto è intervenuto il
Consigliere Amato di Forza Italia rivolgendosi al Presidente
Celli: “Riteniamo che i problemi
siano più importanti delle vicissitudini di parte e
non vorrei commentare a quanto abbiamo assistito, ma Le ricordo
che solamente due Consigli fa parlai di teatrino con l’entrata
e l’uscita dei guitti e oggi stiamo assistendo ad un'altra
scena teatrale di questo teatrino e, quindi, continua la recita
e, Presidente, speriamo che finalmente vi decidiate a voler
amministrare seriamente questo Municipio perché
tutto questo è vergognoso; tutto questo è irrispettoso
nei confronti dei cittadini che pochi giorni fa abbiamo rimandato
ad oggi, già con colpevole ritardo, …..
questo succede Presidente quando c’è una minoranza
a governare come in questo caso. Le ricordo che i partiti
da Lei rappresentati hanno preso singolarmente meno dei partiti
del centro-destra e quindi il centro-sinistra non ha la temperatura
per poter governare questo Municipio. E questa di oggi è
una dimostrazione della profonda mancanza di rispetto nei
confronti dei cittadini che affollano quest’aula: per
gli interessi sporchi di parte, vanno a catafascio le esigenze
dei cittadini. Pertanto, Presidente, noi non vogliamo che
venga interrotta l’attività istituzionale; io
pregherò personalmente i Presidenti delle due Commissioni
che noi abbiamo, perché va ricordato che il fatto di
stamattina, Presidente, non è altro che l’attribuzione
al centro-destra della Commissione Servizi Sociali e Sanità
che non ha funzionato per colpe esclusivamente vostre. I cittadini
sapranno che il 70% del nostro bilancio se ne va in servizi
sociali; debbono anche sapere che questa Commissione Servizi
Sociali non ha funzionato e grazie al vostro immobilismo abbiamo
dovuto provvedere ad eleggere un Presidente anche se in minoranza
di questo Consiglio.”
Dopo l’intervento del Consigliere
Amato, anche il capogruppo della Margherita, Consigliere Vittorio
Alveti, ha chiesto la parola: “Presidente come sa il
gruppo della Margherita è sereno e non è mai
stato polemico, però deve correggere alcune affermazioni
fatte dal partito di maggioranza relativa. Io ricordo che
il gruppo La Margherita ha sempre votato in sintonia con la
maggioranza e la maggioranza spesso ha modificato. E quando
parlo di maggioranza, parlo anche di Rifondazione Comunista
che, nonostante abbia sempre dato un’esattezza alla
sua linea, spesso ha cambiato in continuazione parere su argomenti
vari. Quindi era impossibile che alla fine si arrivasse a
votazioni mirate. Ma voglio ricordare che all’inizio
qualcuno si è astenuto, mentre ancora qualcuno è
uscito nel momento in cui c’era la votazione del programma.
Certo non è stata questa La Margherita: noi siamo in
sintonia con la maggioranza, con il Presidente eletto e soprattutto
a favore dei cittadini. Prendiamo atto comunque di quanto
dichiarato dai colleghi della maggioranza, e nel contempo
siamo a disposizione per un confronto politico sereno e soprattutto
costruttivo. Quindi ci dispiace,
ci scusiamo con i cittadini tutti, ma non è stata la
colpa ….. purtroppo non è nostra in questo momento,
ma dobbiamo seguire un iter di maggioranza perché siamo
stati sempre, sempre allineati con la maggioranza.
Forse altri hanno fatto altre cose che non sono a maggioranza.
Ci scusiamo nuovamente ed usciamo dall'aula.".
Dopo quest’ultimo intervento dalla
parte della maggioranza, i banchi sono rimasti desolatamente
vuoti, assolutamente irrispettosi dei cittadini che hanno
gremito l’aula, stringendosi intorno a me ed al percorso
che abbiamo intrapreso insieme per arrivare a godere di quei
servizi primari che all’inizio del terzo millennio non
possono che rappresentare il punto di partenza di una collettività
e non già il punto di arrivo. In aula, per il centro-sinistra,
solo il Presidente: un Presidente visibilmente scosso, non
certo allineato a questo modo di fare ma comunque a capo di
una maggioranza che esterna gravi problemi di governabilità.
Ed io, in un intervento, come mi è stato detto, passionale
ed appassionato, mi sono tra l’altro
augurato che questi problemi siano reali e gravi e che le
dichiarazioni di oggi non siano solo patetiche, ingannevoli
parole per mascherare la volontà di non assumersi responsabilità.
Chi governa, a qualsiasi livello governi, deve assumersi piena
responsabilità nel condividere o dissentire con ciò
che viene proposto, con le problematiche dei cittadini: non
può essergli concesso di nascondersi dietro una dichiarazione
politica, se questa è strumentale e funzionale al non
prendere posizione. E se anche la crisi politica esiste, bisogna
avere l’intelligenza di dare priorità a chi da
trentadue anni aspetta delle risposte: non
esiste fibrillazione che possa giustificare un abbandono dell’aula.
Soprattutto, ad abundantiam, se il percorso che ha portato
a questo Consiglio, con questo ordine del giorno è
stato studiato a tavolino insieme. Nulla di tutto questo è
accettabile.
I Consiglieri Masino, Dari, Battistini,
Guercioni e gli altri dai banchi dell’opposizione, a
loro volta, con grande impeto hanno sottolineato in termini
e con valutazioni politiche tutto questo. Io
l’ho gridato a gran voce, per tutelare i nostri diritti,
per far sapere a tutti che Valle Castiglione è diventata
una forza irrefrenabile e che non esiste niente e nessuno
che potrà fermarne il cammino verso il raggiungimento
del godimento dei propri diritti. Costi quel che costi.
Il Presidente del Consorzio per il Recupero
Urbanistico
Enrico dr. ARAGONA |